lunedì 11 giugno 2007



Romeo e Giulietta:
Romeo e Giulietta (The Most Excellent and Lamentable Tragedy of Romeo and Juliet) è una
tragedia di William Shakespeare tra le più famose e rappresentate, e una delle storie d'amore più popolari di ogni tempo e luogo.Innumerevoli sono le riduzioni musicali (si ricordano i balletti di Čaikovskij e Prokof'ev ed il notissimo musical West Side Story) e cinematografiche (fra le più popolari quelle dirette da Zeffirelli e Luhrmann).La vicenda dei due protagonisti ha assunto nel tempo un valore simbolico, diventando l'archetipo dell'amore perfetto ma avversato dalla società.Nell'immaginario collettivo l'espressione essere come Romeo e Giulietta è, anche per coloro che sono venuti a contatto in maniera marginale con questo classico, una diretta evocazione dei sentimenti amorosi così mirabilmente e poeticamente descritti dal dramma scespiriano.
Trama:
Nel prologo, il
coro racconta agli spettatori come due nobili famiglie di Verona, i Montecchi e i Capuleti, si siano osteggiate per generazioni e che "dai fatali lombi di due nemici discende una coppia di amanti, nati sotto cattiva stella", il cui tragico suicidio porrà fine al conflitto.
Il primo atto comincia con una rissa di strada tra i servi delle due famiglie, interrotta dal Principe di
Verona, che per ogni ulteriore scontro dichiarerà responsabili con le loro stesse vite i capi delle due famiglie per poi disperdere la folla. Paride, un giovane nobile, ha chiesto al Capuleti di dargli in moglie la figlia tredicenne, Giulietta. Capuleti lo invita ad attirarne l'attenzione durante il ballo in maschera del giorno seguente, mentre la madre di Giulietta cerca di convincerla ad accettare le profferte di Paride. Questa scena introduce la nutrice di Giulietta, l'elemento comico del dramma. Romeo, dal canto suo, è innamorato di Rosalina, una Capuleti (personaggio che non compare mai). Mercuzio e Benvolio cercano invano di distogliere Romeo dalla sua malinconia, quindi decidono di andare mascherati alla casa dei Capuleti. Romeo, che spera di vedere Rosalina al ballo, incontra invece Giulietta. I due ragazzi si scambiano poche parole, ma queste sono sufficienti a farli innamorare l'uno dell'altra e a baciarsi. Prima che il ballo finisca, la Balia dice a Giulietta il nome di Romeo, e (separatamente) viceversa. Romeo, rischiando la vita, resta nel giardino dei Capuleti dopo la fine della festa, e nella famosa scena del balcone, i due si dichiarano il loro amore e decidono di sposarsi in segreto. Il giorno seguente, con l'aiuto della Balia, il francescano Frate Lorenzo unisce in matrimonio Romeo e Giulietta, sperando così di portare pace tra le due famiglie attraverso la loro unione.
Le cose precipitano quando Tibaldo, cugino di Giulietta e di temperamento iracondo, incontra Romeo e cerca di provocarlo a un duello. Romeo rifiuta di combattere contro colui che è ormai anche suo cugino, ma Mercuzio (ignaro di ciò) raccoglie la sfida. Tentando di separarli, Romeo inavvertitamente permette a Tibaldo di ferire Mercuzio, che muore augurando "la peste a tutt'e due le vostre famiglie". Romeo, nell'ira, uccide Tibaldo. Il Principe condanna Romeo all'
esilio: dovrà lasciare la città prima dell'alba del giorno seguente. I due sposi riescono a passare insieme un'unica notte d'amore. All'alba, svegliati dal canto dell'allodola, messaggera del mattino (che vorrebbero fosse il canto notturno dell'usignolo), si separano e Romeo fugge a Mantova.
Giulietta dovrebbe però sposarsi tre giorni dopo con Paride. Frate Lorenzo, esperto in erbe medicamentose, dà a Giulietta una pozione che la porterà a una morte apparente per quarantadue ore. Nel frattempo il frate manda un messaggero a informare Romeo affinché egli la possa raggiungere al suo risveglio e fuggire a
Mantova. Sfortunatamente il messaggero del frate non riesce a raggiungere Romeo poiché Mantova è sotto quarantena per la peste, e Romeo viene a sapere da un servitore della famiglia del funerale di Giulietta (una interessante incongruenza nella storia: come avrebbe fatto il servitore a tornare a Mantova dopo aver assistito al "funerale" di Giulietta?). Romeo si procura un veleno, torna a Verona in segreto e si inoltra nella cripta dei Capuleti, determinato ad unirsi a Giulietta nella morte.
Dopo aver ucciso in duello Paride, che era giunto anche lui nella
cripta, e aver guardato teneramente Giulietta un'ultima volta, si avvelena pronunciando la famosa battuta "E così con un bacio io muoio" (Atto 5 scena III). Quando Giulietta si sveglia, trovando l'amante morto, si trafigge con il suo pugnale.
Nella scena finale, le due famiglie e il Principe accorrono alla tomba, dove Frate Lorenzo gli rivela l'amore e il matrimonio segreto di Romeo e Giulietta. Le due famiglie, come anticipato nel prologo, sono riconciliate dal sangue dei loro figli, e pongono fine alla loro guerra.
Origini:
Origini classiche
Il dramma è soprattutto di ispirazione medievale, nonostante Carol Gesner e J.J. Munro abbiano dimostrato come il motivo sia già presente nella
letteratura greca antica nei Babyloniaka di Giamblico e negli Ephesiaka di Senofonte Efesio. In questo secondo romanzo Anzia, una donna separata dal marito a causa della sorte avversa, viene salvata da una banda di ladri di tombe. Sopraffatti dall'eroico Perilao, questi pretende da lei di sposarlo per riconoscenza, creando la stessa situazione provocata da Paride in Shakespeare. Disperata, beve una pozione che crede essere veleno, ma che produce, come in Giulietta solo uno stato letargico. Risvegliatasi, è tratta in salvo dagli stessi tombaroli con i quali parte per altre avventure.
Giulietta e Romeo nella letteratura italiana
I nomi delle due famiglie in lotta erano già noti nel
Trecento, inserite da Dante nella sua Commedia (Purgatorio, VI, 105). Solo i Montecchi sono veronesi, i Capuleti sono in origine bresciani, anche se i novellieri ne porranno la dimora in un'unica città. Il contesto storico in Dante non fa riferimento alle vicende dell'amore contrariato tra gli amanti di queste famiglie, che non vi appaiono. Piuttosto è un discorso politico contro le faide tra Guelfi e Ghibellini delle diverse città-stato che insanguinavano e dividevano l'Italia. Non si trattava dunque di una lotta intestina ma tra clan di due città rivali. Una prima struttura della trama si delinea invece nella novella di Mariotto e Ganozza di Masuccio Salernitano, composta nel 1476 ma ambientata a Siena. Sia il tono che la trama dell'opera mostrano delle notevoli differenze dall'opera di Shakespeare: Masuccio insiste più volentieri, almeno all'inizio, sull'aspetto erotico e spensierato della loro relazione, ben lontana dall'aspetto di sacralità che acquisterà in seguito. Ganozza trangugia allegramente la pozione (la Giulietta di Shakespeare berrà il narcotico con terrore, e da quei suoi versi usciranno dei presagi sinistri della catastrofe che seguirà di lì a poco). L'ambientazione di Masuccio è molto più solare, mediterranea, priva dell'atmosfera gotica anglosassone, e la morte di Tebaldo, qui scaduto ad un ignoto "onorevole cittadino" è effetto (non immediato) di una bastonata assestatagli da Mariotto in seguito ad un'animata discussione. Non vi è ancora nessun duello, né un Mercuzio.
Luigi da Porto nella sua Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti, pubblicata nel 1530 circa, diede alla storia molto della sua forma moderna, rinominando i giovani Romeus e Giulietta e trasportando l'azione da Siena a Verona (città che ai tempi di Da Porto era strategicamente importante per Venezia), all'epoca di Bartolomeo della Scala, nel 1301-1304.
Versioni francesi e inglesi:
La novella di Bandello fu tradotta in francese da
Pierre Boaistuau (1559), che a sua volta venne tradotto in inglese, sia in prosa (da William Painter nel suo Palace of Pleasure, 1567) che in versi: il poema narrativo Tragicall Historye of Romeus and Juliet, scritto nel 1562 da Arthur Brooke fu infine la fonte primaria del Romeo and Juliet scespiriano. Si tratta di un poema drammatico di poco più di tremila versi, scritto in rime baciate di esametri giambici alternate a eptametri. Il risultato è piuttosto monotono, spesso sin troppo moraleggiante come in Boaistuau e i personaggi sono privi della freschezza scespiriana. Ma Shakespeare, pur cambiandone il tono in parecchie parti, ne segue molto fedelmente la trama. A Brooke dobbiamo tra l'altro la felice invenzione della balia così come appare in Shakespeare, un po' sboccata ma generosa con tutti, spontanea, dall'irresistibile umorismo popolaresco.
La rielaborazione scespiriana:
La modifica sostanziale che
Shakespeare fa della vicenda, più che nelle azioni e nei fatti, consiste nella 'morale' e nella impostazione del senso della storia. Gli amanti «sfortunati e disonesti» descritti da Brooke diventano personaggi archetipici dell'amore tragico, riflettendo allo stesso tempo la crisi del mondo culturale e sociale dell'epoca, in cui il Principe e la Chiesa non riescono più ad imporre l'ordine (materiale e spirituale). Nella versione di Boaistiau ancora si condanna apertamente l'unione tra Romeo e Giulietta, colpevoli di avere ascoltato i loro istinti voltando le spalle ai sentimenti delle loro famiglie e l'ordine sociale a cui tutti debbono conformarsi.
Shakespeare arricchì e trasformò stilisticamente la trama in modo più intenso con le vivide caratterizzazioni dei personaggi minori, tra cui Benvolio, amico di Romeo e vicino al Principe, nelle funzioni di testimone della tragedia, la nutrice (appena accennata da Brooke) che rappresenta un momento di comica leggerezza, e infine Mercuzio, creatura scespiriana di straordinaria potenzialità drammatica e figura emblematica, che incarna l'amore dionisiaco e vede la donna solo nel suo aspetto più immediatamente materiale. Romeo rivela però una concezione più alta, che innalza Giulietta oltre la pura materialità dell'amore.
In Shakespeare il
tempo rappresentato si comprime al massimo, aumentando così l'effetto drammatico. La vicenda, originariamente della durata di nove mesi, si svolge in pochi giorni, da una domenica mattina di luglio alla successiva notte del giovedì. Il percorso drammaturgico si brucia in una sorta di rito sacrificale, con i due giovanissimi protagonisti travolti dagli avvenimenti, e (come scrive Silvano Sabbadini in una sua introduzione all'opera) dall'impossibilità di un passaggio all'età adulta, alla maturazione.
Nonostante la diversità di impostazione, nel Romeo e Giulietta scespiriano è possibile ravvisare citazioni quasi letterali da Brooke, che sembrano dimostrare come prima della composizione il Bardo di Avon dovesse conoscere il poema quasi a memoria. Ma vi sono anche influenze dirette da altri autori, seppure in misura minore: oltre ad echi del già citato Palace of Pleasure vi sono anche quelli del Troilo e Criseide di
Geoffrey Chaucer, che il Nostro doveva conoscere molto bene, derivati a loro volta dal Filostrato boccaccesco che Shakespeare sembra però non avere mai letto.
Al tempo in cui il Bardo di
Avon iniziava la sua carriera drammaturgica, la storia dei due amanti infelici aveva ormai fatto il giro dell'Europa, riempiendo non solo le librerie ma anche gli arazzi delle case. Il Brooke stesso ci parlava già, trent'anni prima dell'esordio di Shakespeare, dell'esistenza di un famoso dramma sull'argomento, non specificandone però l'autore. La popolarità di questo protodramma, anche se non ci sono pervenuti copioni né adattamenti, induce facilmente a pensare che molti autori minori avessero già messo in scena la storia un gran numero di volte prima che il Shakespeare si cimentasse con la propria versione.
Elementi per una datazione:
L'opera è stata scritta presumibilmente tra il
1594 e il 1596. Nel testo del dramma, in una battuta della balia, si afferma come siano passati esattamente undici anni da un terremoto che avrebbe scosso la città di Verona. Per quanto non si possa fare affidamento sulla buona memoria di un personaggio, parte della finzione scenica, questo elemento ha suscitato interessanti riflessioni. Di quale città sta parlando Shakespeare, di quella in cui realmente si svolge la rappresentazione (quindi di Londra) o di quella fittizia, la Verona cinquecentesca rappresentata sulla scena?
Nel primo caso, quello in cui ci si riferisca al terremoto che colpì Londra nel
1580, la data sarebbe troppo prematura, perché porterebbe la composizione al 1591, anno precedente all'attività letteraria di Shakespeare, iniziata non prima della chiusura dei teatri da parte della City nel 1593. Più felice cronologicamente sarebbe caso mai il riferimento di Sidney Thomas al terremoto europeo del 1584, ma il fatto che la scossa fosse avvertita in modo molto intenso tra le Alpi come afferma Sarah Dodson non avrebbe certo aggiunto colore locale alla tragedia, non potendo il pubblico inglese disporre di informazioni di prima mano su Verona, città di cui lo stesso Shakespeare avrebbe avuto solo una conoscenza indiretta e sommaria attraverso opere scritte, ma non certo italiane.
Per fare più luce sulla data di composizione è utile tenere in considerazione il lasso di tempo che intercorre tra il
1594 (la riapertura dei teatri) e il 1597, data della stampa non autorizzata del cattivo in-quarto (vedi sotto). Gibson e altri notano comunque che prima del 1597 l'opera era già stata rappresentata, e che prima di mettere in scena qualsiasi rappresentazione occorrono diversi mesi di prove e di preparazione. Questo ci farebbe scendere suppergiù al 1596. Una data che si situa tra il 1594 e il 1596 sarebbe confortata dall'esame di opere stilisticamente affini a Romeo e Giulietta. I due gentiluomini di Verona, (che C. Leech attribuisce al 1593-1594) e La commedia degli errori che probabilmente la precedette di poco.
Ambedue le commedie attingono abbondantemente al poema di Brooke, e ne I Due Gentiluomini di Verona sono già contenute moltissime situazioni che troviamo in Romeo e Giulietta: Valentino raggiunge la finestra dell'amata con una scala di corda, il padre di Silvia vuole sposarla contro la sua volontà a uno sciatto pretendente, Thurio, Valentino è bandito da Verona e si rifugia a Mantova, compare perfino un frate di nome Lorenzo accanto a Frate Patrizio, ecc. Secondo i critici I Due Gentiluomini sarebbe il passo decisivo verso Romeo e Giulietta, essendo ragionevole supporre che Shakespeare si cimentasse in una versione drammatica (ben più impegnativa) del poema di Brooke solo dopo avere tastato il terreno con una versione comica.
Nei primi mesi del
1597 l'opera è per la prima volta data alle stampe da John Danter e Edward Allde in una edizione fraudolenta: è frutto di una ricostruzione mnemonica di qualche attore che ha partecipato alla rappresentazione probabilmente con l'aiuto di uno stenografo. Secondo H.P. Hoppe, Danter, in seguito alla stampa non autorizzata di un altro testo (Jesus Psalter) subirà la distruzione della sua tipografia tra il 9 febbraio e il 27 marzo dello stesso anno.
Contesto storico:
Italia e Inghilterra nel cinquecento
La tragedia prende le sue mosse dal contesto storico dell'epoca. Nel periodo in cui il dramma è ambientato, l'
Italia non esisteva ancora come stato unitario, e i suoi Comuni erano divisi, in guerra tra loro e con lo Stato Pontificio. Verona e Venezia in particolare furono nel Cinquecento una spina nel fianco della Chiesa Cattolica. Nel Regno d'Inghilterra, d'altro canto, nel periodo in cui il dramma venne composto regnava Elisabetta I che, come tutti i sovrani britannici successivi a Enrico VIII (padre di Elisabetta), era a capo della chiesa protestante anglicana.
È quindi comprensibile che Romeo e Giulietta dipinga l'ambiente
cattolico a tinte fosche, evocando sulla scena le paure diffusesi in Inghilterra in seguito al formale distacco della Regina Elisabetta dalla Chiesa di Roma (dopo i tentativi di restaurazione cattolica della sorellastra Maria, che la precedette sul trono) che provocò quindi l'uscita dalla coalizione di stati cattolici, e l'aperto sostegno a tutti i partiti protestanti europei. In questo periodo si consumarono le Guerre di Religione (1572-1604) francesi, la cui violenza era culminata, venti anni prima della composizione della tragedia, nella sanguinosa Notte di San Bartolomeo.
Elisabetta, dopo lo scisma consumato dal padre, fece adottare un catechismo diverso da quello cattolico (Book of Common Prayer), permettendo la traduzione in lingua inglese delle
Sacre Scritture. Nel 1588 la regina, dopo avere rifiutato la corte insistente del cattolicissimo Filippo II di Spagna, sconfigge, complice l'instabile clima atlantico, l'Invincible Armada inviata dal sovrano per conquistare l'isola. Se la vittoria sancì la superiorità marittima dell'Inghilterra aprendole la strada alle Americhe, scagliò però contro Elisabetta le ire di tutti i sovrani cattolici, diffondendo soprattutto a Londra un clima di paura, fomentato da intrighi di corte, spie, non certo alleviato dalla discreta presenza di una comunità di drammaturghi italiani.
Il
gotico inglese muove i suoi primi passi proprio dal teatro elisabettiano, il cui sfondo sono le guglie di chiese e castelli anglosassoni, arricchito di stereotipi mutuati dal mondo cattolico, quali la cripta dei delitti e delle torture, le torbide vicende di amanti perseguitati dentro le mura di conventi spagnoli o italiani. In questo clima, frate Lorenzo diventa lo strumento di una provvidenza che opera al rovescio. Benché motivato dalle migliori intenzioni, il suo piano, complice il fato avverso, porta al suicidio di Romeo e Giulietta. Le arti magiche del frate, creatore della pozione narcotica, gettano una luce sinistra e provocano nel pubblico lo stesso terrore che si impossessa di Giulietta un istante prima di bere la fiala.
Le prime rappresentazioni:
Rappresentata sicuramente prima del
1597, si ritiene che l'opera possa esser stata messa in scena dai Lord Chamberlain's Men, la compagnia del ciambellano Hunsdon che più tardi, nel 1603, prese il nome di King's Men. Nella compagnia recitavano Richard Burbage e lo stesso Shakespeare. Burbage potrebbe essere stato il primo attore ad interpretare Romeo, con il giovane Robert Goffe nella parte di Giulietta. Il dramma sarebbe stato rappresentato nel teatro, costruito nel 1596 dal padre di Burbage, chiamato The Theatre (Il Teatro) (in seguito smantellato dai Burbage e ricostruito come Globe Theatre) e al Curtain, costruito nell'anno successivo, entrambi nella periferia della City di Londra. I due edifici, di forma simile, erano anfiteatri nei quali il pubblico assisteva alle rappresentazione in una corte interna, scoperta, o nei palchetti. Si avvalevano di luce naturale, e il prezzo del biglietto era in genere di un penny. Come nella maggioranza delle rappresentazioni del teatro elisabettiano, il dramma si svolgeva su un palco centrale, circondato per tre lati dal pubblico, e la mancanza di effetti speciali e scenografie elaborate lasciava il compito evocativo interamente alla maestria degli attori.
Romeo e Giulietta, tragedia della fortuna:
Destino e libero arbitrio nel medioevo
Romeo e Giulietta è ancora in gran parte un dramma
medievale, ancorché di argomento profano: molte di queste opere, raccontate anche in novelle parlavano dell'ascesa di re, principi e imperatori e della loro caduta per opera del fato. Lo stesso valga per le versioni più romantiche di questi racconti a fine edificante, quasi sempre storie di amanti infelici. In generale nel medioevo i difetti personali e l'autodeterminazione non avevano alcun potere nelle vicende degli uomini, regolate solo da una provvidenza spesso crudele e imperscrutabile, controparte letteraria dei vari memento mori custoditi nelle dimore medievali, dai macabri ritratti della morte ricoperta da un manto nero con una falce in mano a varie statuette sullo stesso tema.
Il
Dio cristiano dei predicatori medievali è tanto imperscrutabile nel suo operato quanto terribile e severo, e così lo ritraggono alcuni tra i più grandi predicatori, da Bonvesin de la Riva a Girolamo Savonarola. L'individuo quale noi intendiamo oggi è una creazione moderna: ogni persona era considerata non in sé ma in quanto parte della comunità da cui dipendeva e a cui tutto doveva. In confronto alle epoche successive, ben poche sono le opere firmate nel medioevo, che ignorava il diritto d'autore. La mancanza della centralità dell'individuo sia a livello terreno che escatologico è probabilmente responsabile dello scarso affidamento che fa la cultura medievale sulla possibilità della volontà umana di cambiare i destini del mondo.
Interpretazioni recenti:
Alcuni contestano il fatto che la fine di Romeo e Giulietta non accada per le loro debolezze ma sia soltanto il frutto di azioni di terzi o incidenti. Al contrario delle altri grandi
tragedie, "Romeo e Giulietta" è più una tragedia di contrattempi e di destino beffardo. Tuttavia, altri considerano l'avventatezza e la giovinezza di Romeo e Giulietta la causa della loro morte.
L'intromissione di Romeo nel duello tra
Mercuzio e Tebaldo è a fin di bene, per separarli, ma produce ironicamente la morte di Mercuzio, mentre la lettera non è recapitata a Romeo solo per colpa della peste. Infine, se solo fosse arrivato un'istante dopo al cimitero dei Capuleti, Romeo avrebbe potuto sincerarsi della salute di Giulietta buttando alle ortiche la sua fiala di veleno. Che la responsabilità personale potrebbe se esercitata al meglio solo posporre il tragico destino degli amanti pare trasparire dalle numerose allusioni scespiriane, in cui si parla dell'influsso nefasto delle stelle, del timore di terremoti improvvisi e di folgori a ciel sereno. Al di là di questo quadro generale, i critici hanno formulato osservazioni non sempre concordi.
Secondo M.Garber, ad esempio, «le cause della tragedia hanno origine in quegli stessi che ne soffrono le conseguenze». Secondo questa interpretazione, il
dramma sarebbe da iscrivere tra i morality plays, e la conclusione tragica sarebbe un monito per chi voglia seguire i propri desideri istintivi senza mediazioni e pazienza. J.W.Draper, sottolineando il fato avverso che guida i destini dei protagonisti, dipinge Romeo e Giulietta come «marionette» in balìa delle stelle, incapaci di contrastare ciò che è già determinato a priori. Tra queste posizioni ci sono molte sfumature, tra chi sostiene la presenza in Shakespeare di una dose di responsabilità individuale nel destino degli eroi tragici, che emergerà meglio nei drammi più maturi (G.I.Duthie) e chi riduce la vicenda a tragedia della sfortuna, trasformando il fato in puro evento casuale. (T.J.Spencer).
Stile :
Tragedia o tragicommedia?
Dal punto di vista stilistico, le opinioni non sono meno contrapposte. Romeo e Giulietta è uno dei primi lavori di Shakespeare. Classificato come una
tragedia, non ha le caratteristiche delle successive 'grandi tragedie' come Amleto e Macbeth. Benedetto Croce definì il dramma «tragedia d'una commedia», Wain «commedia che si conclude tragicamente» e Northrop Frye una «commedia rovesciata».
La struttura drammaturgica di "Romeo e Giulietta" è in pratica una via di mezzo tra una commedia (trae molto materiale dai Due gentiluomini di Verona) e una tragedia. Il sacrificio dei due amanti, al di là dell'evento tragico, ha delle ricadute positive. Sebbene al prezzo delle vite dei due giovani amanti, una faida ormai antica cessa per sempre, permettendo così di evitare ulteriori scontri che avrebbero portato ad altri morti e altro dolore. D'ora in poi, capiamo che
Verona godrà di una pace duratura e che le due famiglie hanno suggellato una duratura amicizia.
Adattamenti:
Letteratura
Drammi
Carmelo Bene, Romeo e Giulietta (Storia di William Shakespeare) secondo Carmelo Bene (Prato, Teatro Metastasio, 17 dicembre 1976).
Ann-Marie McDonald, Buonanotte desdemona (buongiorno giulietta) (Reading Theatre, 2005 -
ISBN 8887486220)

Narrativa

Massimo Bruni Romeo y Julieta. Romanzo d'amore a ritmo di salsa (Sperling & Kupfer
1999 -ISBN 882002882)
Carmen Gueye, Black Romeo (
2005, edizioni Traccediverse - ISBN 888900093)
Romeo e Giulietta a Baghdad. Quando l'amore sfida la guerra. Ehda'a Blackwell ritrae lo "scontro di civiltà" contemporaneo con gli occhi di una dottoressa irachena innamorata di un militare americano. (
Mondadori 2006 - ISBN 8804550708)
Libri per ragazzi
Brunacci F., De Graaf L., Romeo e Giulietta, (Salani 2000
ISBN 8877823488)
Romeo ama Giulietta, di Wolfram Hanel, ambienta la storia in un mondo di cani e gatti. Traduzione di Luciana Gandolfi-Rihl, illustrazioni di Christa Unzner (Nord-Sud
1998 - ISBN 8882030881)
Steve Barlow e Steve Skidmore, Se io sono Giulietta e tu Romeo che cosa aspetti a baciarmi? (
Mondadori 2000 - ISBN 8804475730)
Nicola Cinquetti e Octavia Monaco, Giulietta e Romeo (Arka
2002 - ISBN 8880721267)
Roberto Piumini, Giulietta e Romeo (Guanda
2002 - ISBN 8879263870)
Maurizio Giannini, Nickname romeo. nickname giulietta (
ISBN 8887292817)
Romeo Amedeo, Rubino Maurizia Il manoscritto nel pollaio. La molto lacrimevole storia di Giulietta e Romeo (Esseffedizioni
2005 - ISBN 88785504444388)
Fumetto
Gianni de Luca e Raoul Traverso realizzarono una famosa striscia, molto innovativa anche dal punto di vista delle scelte grafiche (nello stesso quadro la ripetizione delle figure dei personaggi poteva dare immediatamente la percezione dei movimenti scenici)[4]. Edito per la prima volta nel 1975, fu l' ultima e la più riuscita parte di una trilogia di riduzioni da Shakespeare composta anche da La Tempesta e dall'Amleto.
Giulia Boari. Giulietta e loreo. l'arme, l'amor, dentiere e color, Luciana Tufani Editrice,
ISBN 8886780478
Danza
Sono stati creati molti adattamenti
danzati della tragedia, il primo dei quali nel XVIII secolo. Il più conosciuto è il balletto in quattro atti Romeo e Giulietta musicato da Sergei Prokofiev su libretto di Sergei Radlov, Adrian Piotrovsky, Leonid Lavrovsky e Prokofiev stesso. La prima del balletto, che si doveva tenere al Teatro Kirov di Leningrado, fu rimandata fino all'11 gennaio 1940. Per una serie di curiosi contrattempi la prima avvenne quindi non in Unione Sovietica, bensì a Brno (nell'attuale Repubblica Ceca) il 30 dicembre 1938 con la coreografia di Ivo Váňa-Psota. Da allora il balletto è stato messo in scena da tutti i maggiori coreografi.
Opera
Tra i numerosi adattamenti
operistici ricordiamo Roméo et Juliette di Charles Gounod (1867) su libretto di Jules Barbier e Michel Carré e Giulietta e Romeo (1922) di Riccardo Zandonai su libretto di Arturo Rossato.
La storia di Romeo e Giulietta ha inoltre ispirato
I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini (1830). Sennonché il librettista Felice Romani si basò su una fonte italiana: la Novella IX di Matteo Bandello, antecedente al testo shakespeariano. Lo stesso poeta aveva fornito il libretto al Romeo e Giulietta di Nicola Vaccaj che debuttò a Milano al Teatro alla Canobbiana il 31 ottobre 1825, precedendo la versione di Bellini, ed è considerata l'opera più importante di Vaccaj.
Musica strumentale
Tra le opere strumentali ispirate alla tragedia ricordiamo Romeo e Giulietta, Ouverture Fantasia da Shakespeare di
Pëtr Il’ič Čajkovskij e il Roméo et Juliette, Sinfonia drammatica (1839) di Hector Berlioz, sebbene l'ultima sia prevalentemente composta da parti vocali. Berlioz fu probabilmente ispirato da una rappresentazione della tragedia del 1827: ne era stato talmente impressionato da sposare Harriet Smithson, l'attrice che impersonava Giulietta.Prokofiev scrisse inoltre tre suite per orchestra basate sulla musica del suo balletto, di cui trascrisse inoltre dieci pezzi per pianoforte.
Musical
Il
musical West Side Story, diventato anche un film, è basato su Romeo e Giulietta ma la storia è ambientata a metà del XX secolo a New York City e le famiglie rivali sono rappresentate da due bande giovanili di diversa etnia.
Roméo et Juliette, de la Haine à l'Amour, un musical di Gérard Presgurvic, debuttò il 19 Gennaio 2001 al Palazzo dei Congressi di Parigi, in Francia. Ha già attirato (
2005) sei milioni di persone.
Versioni cinematografiche
Esistono oltre quaranta versioni cinematografiche del racconto, con la prima nel
1900. La versione del 1936 fu una tra le più importanti tra i classici di Hollywood. Thalberg non badò a spese, e propose sua moglie, Norma Shearer, nella parte principale. Il film West Side Story, ispirato a Romeo e Giulietta con le musiche di Leonard Bernstein, vinse 10 Oscar. Nel 1968 Franco Zeffirelli diresse il film che vinse due Oscar. Abel Ferrara trasse dalla tragedia il suo film China Girl.
Il film del
1996 Romeo + Giulietta, diretto da Baz Luhrmann diede un'inversione di tendenza. Nonostante l'ambientazione estremamente forzata (si svolge a Verona Beach, tra gangster e luci al neon) il testo è mantenuto nella sua forma integrale, con trovate sceniche e una direzione degli attori impeccabile, nello spirito delle interpretazioni teatrali più puriste. Nei ruoli di Romeo e Giulietta figurano Leonardo DiCaprio e Claire Danes. DiCaprio ricevette l'Orso d'argento al Festival Internazionale del Cinema di Berlino.
Riferimenti nella musica leggera
L'album dei
Dire Straits Making Movies del 1980 contiene la famosa canzone Romeo and Juliet, in cui il cantante innamorato si immagina nei panni di Romeo, dal momento che i genitori della sua ragazza lo disapprovano. Il gruppo The Indigo Girls ha realizzato una cover di questa canzone nell'album Rites of Passage.
La canzone Exit Music (For a Film) dei
Radiohead, contenuta nell'album OK Computer fu scritta nel 1996 per la versione cinematografica di Luhrmann (vedi sopra) ed è un incitamento di un amante all'amata a fuggire dall'oppressione delle rispettive famiglie attraverso il suicidio.
Un
remake musicale del 2005 del film degli anni trenta Reefer Madness conteneva una canzone dal titolo Romeo e Giulietta, nella quale due giovani amanti si comparano a Romeo e Giulietta, avendo letto solo la prima parte della commedia e avendo erroneamente supposto che alla fine vi sia un lieto fine.










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